I cattivi biologi e i bravi animalisti

Definire le altre specie animali, in un'ottica antropocentrica, inferiori, privi di razionalità e di un apparato cognitivo-emozionale è completamente antiscientifico. L'etologia, la psicologia , la zoo-antropologia  insegnano altro.
E' innegabile che nei laboratori biomedici vengano utilizzati animali-cavia, ma è grazie a questi studi  fondamentali sono state concepite cure essenziali per la vita umana. Per adesso è l'unico procedimento possibile.
E' prassi accusare i biologi, immaginarli dei pazzi sadici è folle (agli animali da laboratorio vengono assegnati dei numeri, non dei nomi, appunto, per impedire che si possa stabilire, una qualsiasi forma di affezione).
Sono le vie del complottismo, che a perseguirle non sono i veri animalisti. E magari sono coloro che nella loro vita non si sono mai attivati per cambiare le proprie abitudini e renderle più eco-sostenibili. E, ancora, coloro che solo alla vista del beagle si commuovono, mentre del brutto cane bastardo al lager-canile gliene importa ben poco. Oppure coloro che imitando il pensiero nazista vogliono che vengano utilizzati nella sperimentazione tossicodipendenti, carcerati e altri povere categorie di esseri umani. Mi chiedo come possano provare compassione verso gli animali, tali persone, che non solo ignorano, ma disprezzano i propri simili. Se si vogliono contestare certi fenomeni, bisogna essere coerenti. Bisogna informarsi. E non su facebook, ma sui libri. 

Non bisogna aizzarsi contro qualcosa e qualcuno, con parole e accuse, solo per avere l'illusione di esibire grande sensibilità e sentirsi belle persone, così, deresponsabilizzandosi.

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