Una silloge per l'avvenire: "Post Mortem"

Post Mortem vuole essere una ballata gotica della mente. 

La psiche in un fluire automatico srotola visioni: visioni di morte profanate da una luce di scoperta di senso. Una luce che svincolatasi dall'apparenza e da ogni etichetta non teme giudizio.
L’essenza prepara, la penna scrive di getto.
La descrizione di un viaggio negli abissi della ricerca di identità e di risposte. Questo è Post Mortem. Un viaggio dolorosamente infernale dell’anima che attraversa la vita tra immagini caotiche, realtà e finte realtà. 
Esiste una pulsione interna e elettrica che spinge ossessivamente verso la condanna della consapevolezza. E la soluzione è la non soluzione. La soluzione è la non risposta.


Post Mortem

Ho visto
Contorcersi l’iride
Attorno ad una piastra rovente
sul grembo
Di Atlante sconfitto
I battiti
decaduti
Farneticano
Sotto l’effigie
Dell’urlo
Catalitiche voluttà
Danzano
Isteriche
Su la coltre
Di sangue
Di fronte
lo specchio
Il corpo
dell’ anima
Deflagrata


Quattrocento ingrandimenti 

Cavità corporee vuote su vetrini di smeraldo pseudo cuori di ceramica appesi
steli di papaveri mal nutriti coi calici capovolti
gocce di stagnante melma simbionti usurpatori di molecole gravide
messa a fuoco idee microscopiche in continua emersione revisione derisione
meccaniche inesatte di orologio privato di forme scritto riscritto censurato
tempo tempo tempo nessuna visualizzazione
dietro muraglie di pietra conclamate vivida carne nuda tra animazioni folklori
e convulsioni di folla santi sfuggiti alla morte spargono elettrici ammutinamenti
demoni danzanti sulla croce nessuna visualizzazione
io c'ero annerita dal sole sventrato battevo il ritmo tra i silenzi fuoritempo
commenti di plastica annunci circoncisi dal canto di sirene storditi
volano sulle ali dell'oblio sentenziati nessuna visualizzazione


Ti penso quando chiudo gli occhi e non c’è vento 

Avrei voluto conoscerti altrove
fuori spazio e tempo
di complotti di maschere
NON SONO IO SONO UN'ALTRA
quella fuori di me quella non nata
SOLO TE VOGLIO TE
non posso non adesso
perderò e ho già perso
Non so cosa cerco mentre cerco non ti dico
Ho bevuto la notte
nutrito il deserto col mio deserto
Aldilà del ponte di me parleranno male
ogni voce come già sempre
Ne qui ne lì
sarò lontana da ogni processo che umanizza
sul ciglio nero di un sogno dipinto
come un gatto che immagina ...

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Il sogno di Xavier*

Il Poeta vuole morire
Uscire dalla casa degli specchi
Vivere una vita da Uomo semplice

* etxeberri, ovvero "casa nuova"

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